Music Off/On


 

Perseo

 

«Affronta il destino con dignità,

non cercare di sviarlo con viltà.

Il figlio che da tua figlia nascerà,

la vita e il tuo regno ti toglierà.»

 

«Per scongiurare la profezia maledetta,

nonno Acrisio, rinchiuse in una torretta

mia madre Danae, in gran protezione,

affinché non avesse alcuna relazione.

 

Una pioggia d'oro avvolse mia madre:

fu così che Zeus mi divenne padre.

Acrisio ci chiuse in una cassa di stiva,

su una nave abbandonata alla deriva.

 

Sull'isola di Serifo fummo ritrovati,

sani e salvi e alla tragedia scampati.

Vivemmo alla corte del re Polidette.

Io crebbi forte e pronto alle vendette.

 

Il re annunciò le nozze ad una festa,

di Medusa, io promisi in dono la testa.

Certo che non avrebbe più molestato

mia madre, di cui si era innamorato.

 

Uccisi Medusa che tutti pietrificava,

col solo sguardo che essa emanava.

Io guardavo lo scudo e su di esso,

il volto della Gorgone lassù riflesso.

 

Al ritorno, pericoloso e senza posa,

liberai Andromeda che fu mia sposa;

con quella testa pietrificai  Polidette,

per gli inganni e le insidie maledette.

 

Col nonno materno, poi rappacificai

e una grande festa per lui organizzai.

In gara lanciai il disco, come da rito,

si alzò il vento... e lui a morte fu colpito.

 

Su Argo, quindi, avrei dovuto regnare,

ma con Megapente il regno volli cambiare.

Regnai a Tirinto, fondai Micene con cura,

dai Ciclopi feci costruire le sue alte mura.

 

Alla mia morte Athena ebbe compassione,

così, mi trasformò in una costellazione.

Ora con Andromeda, la dolce amata,

brillo qua in cielo, nella notte stellata.»

 

(Pino Bullara)


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