Hera

 

« Gelosia?! Come potevo non essere gelosa?!

Di mio fratello Zeus io divenni sua  sposa,

ma la fedeltà, di certo, non era il suo forte:

ogni sottana che incontrava le faceva la corte.

 

Andava dietro ogni donna, dea o titanessa;

la sua tattica, però, era sempre la stessa:

si trasformava in cigno, in aquila, in toro...

ed io, furiosa, mi accanivo contro di loro.

 

Dato che ero la dea dell'unità familiare,

avevo una reputazione da far rispettare.

Perseguitai ogni rivale e la loro prole,

celatamente o sotto la luce del sole.

 

Mi accanii su Semele, Leto e Alcmena;

avversai Eracle senza pietà né pena,

feci suicidare Ino e impazzire  Atamante

che allevarono Dioniso, di Zeus infante.

 

Ero iraconda e incline alla vendetta,

accecai Tiresia, per avermi contraddetta;

l'offesa che ricevetti da Paride fu tale

che spinsi i Troiani ad una guerra fatale.

 

Ma forse anch'io avrei tradito mio marito:

Efesto con un altro dio l'avrei concepito.

E infine, vedendo quell'orribile lattante,

lo scaraventai giù dall'Olimpo all'istante.»

                                         (Pino Bullara)


Mitologia


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