Giuseppe Bullara
Immiruti
Intervento
di Gabriella Bassi
Favara - Castello Chiaramonte
19 Luglio 2008
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“Ogni parola umana di un certo peso
reca in sé una rilevanza superiore alla immediata
consapevolezza che può averne avuto l’autore al
momento”dice Benedetto XVI
nella prefazione al libro “Gesù di Nazaret”.
Ho voluto citare questa frase, un po’ per ribadire
che ogni opera, una volta scritta, trascende il suo autore e appartiene e alla
cultura in cui è sorta e ancor più all’ interpretazione dei
singoli lettori, ma anche per avallare in tal modo le mie riflessioni dopo aver letto le poesie inviatemi dall’ormai accreditato
poeta, il carissimo Pino Bullara.
Una raccolta di poesie apparentemente lontana dalla prima, pubblicata
nel 2006, nella quale affrontava gli argomenti
più scottanti della nostra epoca,
una rilettura degli avvenimenti attuali da parte di una anima
cristallina che, sotto il velo di
una ironia spesso amara, ama indicare ciò che è buono, e additare
con veemenza ciò che non lo è. Nella presente raccolta, mai
scostandosi dal suo proposito di arrabbiarsi di fronte ai mali della nostra
società, il
poeta ama soffermarsi sull’uomo, per così dire prova a ridere e
farci ridere o sorridere sui suoi e
sui nostri difetti. Attraverso la raccolta emerge e si tratteggia la fisionomia
dell’uomo e della donna siculi, il poeta esprime la “similitudine”
moderna innestandola su quella tradizionale o sui prototipi che fanno parte
dell’immaginario collettivo. Ci offre così uno spaccato del nostro
passato e del nostro presente, ma non solo di quello
siculo. Riflettendo sui contenuti emerge l’immagine dell’uomo di ogni luogo e di ogni tempo, con le sue insicurezze,
presunzioni, cattiverie, piccole meschinità e al contempo il desiderio
di rivincita, di affrancarsi dal male, esorcizzarlo per poter creare una
società migliore, più buona, quella a cui aspira il nostro poeta,
a cui aspiriamo tutti noi. Pino Bullara parla della Sicilia e dei siciliani, ma
non solo dei siciliani. Attraverso le sue poesie, la nostra isola appare come un punto nodale
in cui convergono o da cui si diramano i fili di un universo composito,
l’universo di una umanità sofferente volta all’affannosa
ricerca del bene che vuole vincere
il male.
Grazie per averci offerto questa
divertente panoramica di aneddoti e personaggi, nei
quali, nonostante le mutate condizioni storico-sociali, tutti noi possiamo
rispecchiarci, perché aihmè, anche noi
siamo per così dire “immuriteddi”,
e un po’ di sana autoironia
non guasta mai.
Suggerisco un divertente modo con
cui trascorrere una piacevole serata con gli amici, invitateli ad un simpatico
simposio, il cui piatto forte sono le poesie di Pino Bullara. Vi assicuro il divertimento è garantito.