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Persefone
(Kore)*

 

«Nel cuor della Trinacria c’è un laghetto,(1)

 ove, intorno, verdeggia un bel boschetto;

là, con le mie ninfe, mi stavo a divertire,

 quando la terra, di colpo, si sentì aprire.

 

Quattro cavalli neri io vidi spuntare,

e sul carro un tristo auriga armeggiare.

Prima che mi rendessi conto del fatto,

sparii nel nulla, con essi, di soppiatto.

 

Demetra, mia madre, disperatamente,

mi cercava ovunque, ma inutilmente;

diede le ali alle mie ninfe, perfino,(2)

per cercarmi oltre ogni natural confino.

 

Rivoltasi ad Elio, lassù nel firmamento,

apprese, poi, da lui del mio rapimento;

Ade mi teneva nelle sue fosche pigioni;

 per rabbia, allora lei inibì le stagioni.

 

La terra si coprì d’un manto ghiacciato,

freddo com’era il suo cuore addolorato.

Zeus, per ovviare a questa situazione,

trovò, infine, un’adeguata soluzione:

 

 un quarto dell’anno vivo col mio sposo,

per il resto salgo a riveder il sol radioso;

così quando ritorno per stare all’inferno,

la terra si copre a lutto... e vien l’inverno.»

 (Pino Bullara)



*   (Dal greco Kópn: giovinetta; altro nome di Persefone)

(1)  A Pergusa, nei pressi di Enna.

(2)  Secondo questa leggenda, Demetra mutò in

sirene (donne alate) le ninfe del corteo della figlia .



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