Nella testa di Zeus

 

«Cosa mai ci sarà nella testa d'un dio?»

«Cosa c'era nella mia testa, ve lo dico io.

Un pensiero fisso assillava la mia mente:

pensavo solo alle donne continuamente.

 

Femmine: mortali, dee, ninfe o titanesse,

facevo di tutto per congiungermi con esse.

Mi trasformai in aquila, in cigno, in toro,

una volta, perfino, divenni pioggia d'oro.

 

Assumevo le sembianze di vari animali,

per avere rapporti... anche omosessuali!

Sotto forma di aquila, racconta Diomede,

una volta sedussi il giovane Ganimede.

 

Perseo, Eracle, Apollo, Artemide, Kore

mi sono figli, e poi Dioniso, Moire, Ore...

È più numerosa la mia prole, di certo,

che tutti i granelli di sabbia del deserto.

 

Un giorno ebbi un fortissimo mal di testa,

su mia insistenza, Efesto mi aprì questa;

aperta che ebbe, poi, la mia fronte dura,

ne uscì fuori Athena con tutta l’armatura.»

                       (Pino Bullara)

 

 

 


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