Il
Lupo …
Due animali
vanno a bere ad un ruscello:
in alto sta il
lupo, in basso l’agnello.
«Mi
sporchi l’acqua.» Disse l’arrogante.
«Ma come posso, se sono sottostante?»
«Tu hai parlato male di mia madre,
se non eri
tu… allora, era tuo padre.»
E senza sentir
più altra ragione,
fece
dell’agnello un sol boccone.
Da Fedro ad
oggi, di tempo n’è passato,
ma poco o
niente sembra essere cambiato:
gli agnelli
si sono, ormai, quasi estinti,
mentre, i lupi
d’agnelli si son dipinti.
Un grosso
lupo, con la pelle d’agnellone,
d’un lupacchiotto voleva conto e ragione.
«Tu hai
le armi di distruzione di massa.»
Gridava
forte, a mo’ di grancassa.
«Sei un
pericolo per tutta la terra,
per questo io ti
dovrò fare la guerra.»
E insieme ai
falchi, vestiti da colombe,
sul giovane lupo
sgancia le sue bombe.
In men che dire: quattro e quattr’otto,
cattura,
così, il cattivo lupacchiotto.
E per
ristabilire l’ordine nella regione,
quindi, organizza
di pace una missione.
Di armi di
massa, però non c’è traccia.
“Ma era
un cattivo!” Così, salva la faccia.
Gli avvoltoi
si uniscono alla missione,
visto
“ch’è di pace”, hanno l’autorizzazione.
Nella zona,
tutto, allora, si
scompiglia:
attentati,
sequestri… un vero parapiglia.
Le armi
intelligenti: tutto hanno sbagliato.
Il fuoco
amico: ti fa un vero attentato.
Come finisce la storia non si sa ancora:
morte, fame,
disastri… abbiamo finora
e mentre
qualcuno continua a plaudire,
la guerra, ai
più, fa solamente inorridire.
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La
gatta
C’era
una gatta, esperta presentatrice,
che con la
figlia divenne conduttrice
d’un programma
televisivo strano,
dove c’era
un pappagallo brasiliano.
Sali,
amuleti, numeri e talismani
inviano a molti
gatti e tanti cani:
“Se al gioco dell’otto hai sfortuna,
ecco per te i
numeri della fortuna.
Corri a
giocarli, presto, senza paura,
contro il malocchio
è pronta la fattura:
con la prova del
sale puoi controllare
la brutta sorte
che bisogna cambiare;
ma per far
questo ci vuol del denaro
e se non ci paghi...
ti costerà caro!”
Qualcuno
denuncia il giro imbroglione
e le due gatte
vanno dritto in prigione.
Il pappagallo
prenderà la via del volo,
per sottrarsi,
così, dalla colpa del dolo.
Dalle accuse,
le micine si sentono offese
e da esperti
avvocati, quindi, sono difese.
Tra cavilli e
condoni per l’imputazione,
le due
gattine evitano l’odiata prigione
e per
festeggiare, così, la libertà ottenuta,
ricominciano
l’attività, tuttora, sostenuta.
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Il
lupo, l’avvoltoio e lo sciacallo
C’era
una volta ... un lupo intrigante,
giovane pariolo d’una Roma benestante,
che con un
avvoltoio e uno sciacallo,
cercava, per svago,
il piacere e lo sballo.
Voleva
provare strane forti sensazioni:
il gusto del
proibito, sadiche emozioni;
così, in una
villa isolata e ben protetta,
invita a cena una
pecorella e una capretta.
Le tre belve
si divertono al massacro,
profanando le due
nell’intimo più sacro.
Alla fine,
soddisfatti e assai compiaciuti,
infilano le due
vittime in sacchi di rifiuti.
Ma la
capretta in vita viene ritrovata
e dei
violenti assassini, si fa una
retata.
L’avvoltoio,
però, prenderà il volo,
e non
risponderà più del proprio dolo.
Riconosciuto
colpevole del crimine efferato,
col compare, il
lupo viene condannato
e in prigione sarà
costretto a contare
i giorni che
gli resteranno da campare.
Dopo trent’anni, però, viene
rilasciato,
perché, dicono, si
è bene comportato
e visto che in
delitti è un esperto, l’animale,
gli fanno fare
proprio “l’assistente sociale”.
Riceve
giovani, rilascia qualche intervista,
diventa, insomma,
“un serio professionista”.
Ma nel corso
di uno dei suoi appuntamenti,
ucciderà, di nuovo,
due vittime innocenti.
Ora, ci si
batte il petto con contrizione,
mettendo in
discussione quell’autorizzazione.
Tutti, però, sappiamo, come
disse un tizio,
che “Il
lupo cambia il pelo... ma non il vizio”.
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(Pino Bullara)