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I Dioscuri

 

La Regina Leda, sola in giardino, il sole prendeva;

Zeus, da lei attratto, mutatosi in cigno, la seduceva.

Da due uova deposte, quattro gemelli videro la luce:

ma i figli di Zeus furono solamente Elena e Polluce;

 

Castore e Clitennestra, invece, da Tindaro sono nati.

I due fratelli, però, crebbero uniti e molto affiatati;

come Dioscuri”, “Figli di Zeus”, erano conosciuti,

e si distinsero per i molteplici atti eroici compiuti.

 

Da Argonauti, andarono alla ricerca del vello d’oro.

Come campioni, ricevettero premi e corone d’alloro.

Vinsero su Teseo, che la sorella Elena aveva rapito,

ma dal cugino Ida, poi, Castore a morte fu ferito.

 

Polluce, affranto e spinto da una profonda pietà,

volle concedere al fratello metà della sua divinità.

Così i due gemelli ogni giorno, alternativamente,

nel regno di Ade dovevano recarsi, costantemente.

 

Infine Zeus concesse, spinto da divina commozione,

l’immortalità ad entrambi, mutandoli in costellazione.

Ora brillano in cielo, nelle notti di tarda primavera,

a simboleggiare l’amore fraterno e l’amicizia vera.

 

Fin dall’antichità Castore e Polluce erano venerati,

e molti templi e statue per loro sono stati innalzati.

Nella Valle agrigentina, tra i tanti templi del passato,

ce n’è uno che ai gemelli Dioscuri è stato dedicato.

(Pino Bullara)

 

 

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