Afrodite.

 

« Io fui la figlia di Zeus e di Dione,

come vuole Omero o la tradizione;

altri sostengono che io sia nata, pare,

dai geni d'Urano e la spuma del mare.

 

Ma in tutti quanti c'era una certezza:

ero la dea dell'amore e della bellezza.

Fui la più bella fra tutte le divinità,

come stabilì Paride, con imparzialità.

 

Le nozze di Teti e Peleo, al banchetto,

Eris, dea della discordia, per dispetto,

gettò una mela d'oro con un'iscrizione:

"Alla più bella": iniziò la competizione.

 

Athena, Hera ed io eravamo divise;

al giudizio di Paride  Zeus ci rimise.

Un pastorello sul monte Ida trovammo,

al suo giudizio noi tutte ci affidammo.

 

Hera promise, in cambio, la potenza,

Athena gli avrebbe dato l'intelligenza,

io offrii l'amore della donna più bella;

costui scartò le altre e scelse quella.

 

Pretesi per orgoglio, non per saggezza,

il riconoscimento della mia bellezza;

ma quella scelta vanitosa e avventata,

ci condusse ad una guerra dissennata.

 

Paride, in vero, era un principe di Troia,

che, poi, pretese Elena per la sua gioia.

Io l'aiutai a rapirla, come da promessa:

fu la guerra di Troia e la fine per essa.

 

Mio figlio Enea, scampato alla guerra,

fonderà un nuovo regno in un'altra terra.

L'amato mio Anchise, nel viaggio perito,

ad Erice, nel mio tempio, sarà seppellito.»

                                                          (Pino Bullara)

 


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