Italia
Correva l’anno milleottocentosessanta,
la voglia di un’Italia unita era tanta.
A Quarto la luna faceva capolino
a due navi della società Rubattino;
vennero mille uomini all’arrembaggio,
salparono con esse il cinque Maggio;
poi, l’undici a Marsala sbarcarono,
e a migliaia i picciotti vi si unirono.
Calatafimi, Palermo e poi Milazzo,
quindi entrarono a Napoli nel palazzo.
Vinta a Volturno l’ultima resistenza,
l’unità d’Italia prendeva consistenza.
Ecco i due uomini di fronte, a Teano:
Garibaldi va avanti e tende la mano:
“Saluto il primo re d’Italia, con onore.”
E Vittorio Emanuele: "Grazie di cuore."
Poi, il diciassette Marzo successivo,
a Torino avvenne l’evento conclusivo:
finalmente, si unì il nuovo Parlamento
per ratificare il grande avvenimento.
Ma il primo re d’Italia fu un "secondo",
per sottolineare all’Italia e al mondo
la conquista di terre del suo casato,
e non la nascita di un nuovo stato.
Di acqua sotto i ponti ne dovrà passare,
prima d’affermare la volontà popolare
Finita la seconda guerra mondiale,
rinascerà un’Italia nuova e piú vitale.
Un’Italia repubblicana e unitaria,
membro dell’Europa comunitaria.
Un’Italia, dove il popolo ha la sovranitá,
e che si fonda sul lavoro e la pari dignitá.
(Pino Bullara)