Atalanta
«Riuscivo
a battere tutti in velocità:
questa
era la mia più grande qualità.
Usavo
arco e frecce con precisione,
vincevo
sempre in ogni competizione.
Sul
monte Partenio fui abbandonata,
appena
in fasce, e da un’orsa allevata.
Il
bosco, l’acqua, il vento e il fuoco
furono
i miei soli compagni di gioco.
Combattei
pregiudizi anti-femministi;
a
Calidóne, contrastando maschilisti,
partecipai
alla caccia del cinghiale:
fui
la prima a ferire l’enorme animale.
Ero
tanto sicura delle mie capacità,
che
osavo sfidare in gara di velocità
chiunque
la mia mano mi chiedeva:
e
il perdente... anche la vita perdeva.
Un
giorno, a questa competizione,
si
presentò il giovane Melanione.
Tre
pomi Afrodite gli
aveva dato,
tre
pomi d’oro che ha ben usato.
Egli
li lasciava cadere a uno a uno,
io
mi fermavo a raccogliere ciascuno.
Il
terzo pomo, però, mi sarà fatale:
presi
il pomo... ma persi lo sprint finale.
Melanione
fu, quindi, il vincitore;
e
con la mano prese anche il mio cuore.
Vivemmo
giorni felici e sempre uniti,
finché
un giorno non fummo puniti.
In
un luogo solitario ci appartammo,
ma
il tempio di Cibèle profanammo;
in
leoni ci trasformò allora la divinità,
e
a trascinare il suo carro per l’eternità.»
(Pino Bullara)
Mitologia
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