Ares
«Io sono Ares, dio e signore della guerra;
liti, lotte, lutti e delitti provoco sulla terra.
In campo di battaglia scendo
in compagnia
di Discordia e dei miei figli Terrore e Fobia.
Combattere però non è vincere
con certezza,
anch’io ho provato sconfitte con amarezza.
Eracle e Athena mi hanno umiliato e ferito,
ed io, urlando, lontano da loro sono fuggito.
“Se la forza bruta con
l’intelligenza contrasta,
la forza bruta perde e l’intelligenza sovrasta.”
A mie spese ho capito questa amara verità,
perciò ho provato a raffinare le mie abilità.
Nell’Olimpo occupavo un posto
importante:
dei dodekatheon ero stato un rappresentante.
Anche se ero mal visto da
tante divinità,
nel mio campo restavo una grande autorità.
Col nome di Marte
dai Romani ero venerato,
e un posto speciale loro mi avevano riservato;
dal momento
che di Romolo ero il genitore,
nell’impero romano ricevevo grande onore.
Si dice: "Se vuoi la pace, prepara
la guerra.
La libertà solo con la lotta
armata si afferra".
Tutti dicono di voler la
pace eternamente,
però poi si rivolgono a me continuamente.»
(Pino Bullara)
Mitologia
Home